La “giustizia a corrente alternata” della sinistra: Vittorio Feltri non le manda a dire all’opposizione con alcuni esempi.
Senza peli sulla lingua come suo solito, Vittorio Feltri non si è risparmiato anche nel corso dell’ultimo editoriole per Il Giornale nel quale ha affrontato, parallelamente, diverse situazioni legate a volti politici noti. Dalla richiesta di dimissioni per la Ministra Santanchè a seguito del caso Visibilia, alle vicende passate di Giovanni Toti fino a Ilaria Salis e al governatore Alfieri.
Feltri, la giustizia a corrente alternata della sinistra
Sempre diretto nei suoi pensieri, Vittorio Feltri ha avuto modo di parlare tramite il suo recente editoriale su Il Giornale rispondendo ad un commento di un lettore che ha fatto riferimento a quella da lui definita “doppia morale del Partito democratico a guida Schlein: ciò che valeva per il governatore Toti (dimissioni subito), adesso non vale per il governatore Alfieri, presidente della Provincia di Salerno, detenuto agli arresti domiciliari da più di tre mesi”.
Il giornalista, facendo un discorso molto ampio, ha chiamato in causa situazioni anche recenti come il caso Santanchè, il precedente di Ilaria Salis ma anche le vicende note che hanno coinvolto l’ex presidente della Liguria, Giovanni Toti.
Per Feltri è “semplicemente surreale, eppure perfettamente in linea con le logiche doppiopesiste della sinistra, che vengano invocate a gran voce le dimissioni del ministro Daniela Santanchè, rinviata a giudizio qualche giorno addietro, mentre Fratoianni e Bonelli hanno regalato la candidatura e l’elezione a una pluricondannata, mi riferisco a Ilaria Salis, allo scopo per di più di sottrarla ad un processo, e la segretaria del Pd, come tu sottolinei, tace in merito al caso Alfieri, presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, il quale da oltre tre mesi si trova agli arresti, prima in carcere e poi ai domiciliari, per corruzione e altri reati, rifiutandosi categoricamente di dimettersi […]”.
Lo stesso comportamento si era verificato con Giovanni Toti portando gli italiani a stufarsi per quella che Feltri ha definito “una doppia morale che gli italiani non digeriscono più”.
Imbarazzo e contraddizioni
Dopo aver chiamato in causa anche la Schlein e Giuseppe Conte, Feltri ha proseguito il suo affondo sulla sinistra: “[…] I sedicenti democratici non ce lo spiegano e nemmeno provano imbarazzo per le contraddizioni palesi di cui si rendono autori. Essi muovono dal presupposto di fondo che chi è di sinistra è giusto e senza macchia, pure quando è sozzo, mentre chi è di destra è ingiusto, fascista, razzista, brutto, sporco e cattivo, a prescindere. Questa si chiama ‘disonestà intellettuale’ […]”, ha concluso il giornalista prima di affermare che, secondo lui, la Santanchè “non debba affatto ritirarsi, bensì attendere l’esito del procedimento”.